Premio Nobel per la Medicina e Fisiologia 2015 assegnato a Campbell, Omura e Youyou Tu per lotta contro le malattie della povertà
Il comitato per il Premio Nobel per la Medicina e Fisiologia ha attribuito il Premio
2015 ad un filone di ricerca sviluppatosi in Europa fra le due guerre mondiali che
si basa su principi farmacologici elaborati da microorganismi, piante o animali
ed attivi nel trattare malattie umane. I farmaci più noti al grande pubblico così
identificati sono gli antibiotici. Quest’anno il premio è stato diviso a metà fra
una scienziata cinese, Tu Youyou, per la scoperta e la sintesi chimica e lo sviluppo
farmacologico dell’artemisinina, un potente antimalarico che ha salvato milioni
di vite, e due scienziati, Satoshi Omura giapponese e William Campbell un irlandese
trapiantato negli USA, per la scoperta e lo sviluppo farmacologico dell’avermectina,
un potente antiparassitario, attivo contro alcuni parassiti tropicali.
Malaria e
parassitosi erano endemiche in Italia ed oggetto di intenso studio, ma sono state
praticamente debellate dai potenti insetticiti sparsi subito dopo la seconda guerra
mondiali che hanno eliminato zanzare ed altri insetti vettori di queste malattie.
Purtroppo, nel mondo, non è così e la malaria è ancora uno dei grandi killer e parassiti
come quelli studiati dal Prof. Campbell affliggono centinaia di milioni di individui
nella zona tropicale.
La medicina tradizionale cinese è una miniera di principi
attivi e il primo report scritto delle proprietà antimalariche degli estratti della
pianta Artemisia annua sono del 1600. Tu ha iniziato le sue ricerche negli anni
60’, a capo di un gruppo che comprendeva il chimico Li Yin che ha disegnato e messo
a punto la sintesi chimica del principio attivo artemisinina e del farmacologo clinico
Li Guoqiao che ha organizzato i trials clinici, il primo dei quali si è svolto nel
1972. Ci sono voluti anni prima che il mondo occidentale riconoscesse il valore
di questi studi svolti nella “Cina Rossa” ed il Premio Nobel di quest’anno ne è
il coronamento. Nel frattempo artemisinina ha salvato la vita a milioni di persone,
ma allo stesso tempo insetti resistenti al farmaco sono apparsi.
Avermectina è stata
scoperta dal microbiologo Omura in campioni di suolo da cui lui ha isolato il fungo
produttore, Streptomyces avermitilis, ed il parassitologo Campbell ne ha dimostrato
la capacità di paralizzare le giunzioni neuromuscolari di vermi parassiti agendo
su un recettore GABAergico che anche noi umani possediamo, ma nel sistema nervoso
centrale. Avermectina, tuttavia, non supera la barriera emato-encefalica. Il farmaco
è stato poi modificato da chimici della Merck in ivermectina che è distribuita gratuitamente
dalla compagnia contribuendo a salvari la vita di centinaia di milioni di persone.
Anche in questo casi stanno comparendo insetti vettori resistenti all’Avermectina.
Per cui siamo di fronte ad un ennesimo episodio nella guerra mai finita coi microorganismi
e insetti che diventano resistenti ad antibiotici e antiparassitari, cui noi possiamo
rispondere scoprendo nuovi farmaci. Questo è un tipo di ricerca molto adatto alla
comunità scientifica italiana che ha dato nel campo contributi di valore mondiale
nel primo dopo guerra e che potrebbe continuare su questa linea se la sua validità
fosse riconosciuta e fosse adaguatamente finanziata. Questa è l'indicazione che
il Comitato Nobel ha chiaramente dato quest'anno assieme a quella di ricordarsi
che non esistono solo tumori, malattie neurodegenerative e genetiche, ma che bammini
ed adulti che vivono nella fascia triopicale e sub-tropicale sono afflitti da malattie
causate da microbi, parassiti ed insetti che li falcidiano a milioni. Dimenticati
dalla maggioranza della comunità scientifica internazionale.
(Prof. Cesare Montecucco)